Perché voglio parlarvi delle Siddhi oggi?
Perché è uno di quegli argomenti tabù che si ha il timore di affrontare. Le Siddhi sono quelle abilità o poteri soprannaturali menzionati nelle tradizioni spirituali e filosofiche dell’India, in particolare nell’induismo e nel buddismo. Il termine “Siddhi” deriva dal sanscrito e può essere tradotto approssimativamente come “perfezione”, “realizzazione” o “abilità”.
Nelle pratiche yogiche e meditative, le Siddhi sono considerate i risultati o conseguenze dei progressi spirituali e della disciplina interiore. Queste abilità possono includere levitazione, telepatia, telecinesi, visione a distanza, percezione extrasensoriale, guarigione e così via. Detto questo, non significa che praticando lo Yoga si arrivi a fare cose incredibili, ma senz’altro si possono sviluppare una sensibilità maggiore e un’intuizione che prima non si avevano. E lo vorrei raccontare oggi perché è importante parlare dei benefici dello Yoga e di come le persone possano aprirsi a una visione diversa della vita una volta iniziato questo percorso.
Tuttavia, è importante notare che nelle tradizioni autentiche, il vero scopo della pratica spirituale non è acquisire queste abilità, ma piuttosto raggiungere maggiore spiritualità e la liberazione (Moksha) dal ciclo del Samsara (la ruota delle rinascite). Le Siddhi sono spesso considerate ostacoli lungo il cammino spirituale poiché possono distrarre dal vero obiettivo della ricerca interiore. Per acquisire le Siddhi è necessaria una pratica costante e senza pause, una buona dose di determinazione e concentrazione: purtroppo in Occidente, cari lettori, le distrazioni sono così tante e il ritmo è talmente frenetico, che meditare e praticare ogni giorno richiede una mente molto forte e una spiccata capacità di discernimento tra ciò che ci fa bene e quello che ci fa male.
Om Namah Sivaya